Aermacchi MB.326H

Il primo prototipo di questo aereo biposto da addestramento basico/avanzato e attacco leggero, volò per la prima volta il 10 dicembre 1957 equipaggiato con il turbogetto Viper 8 da 794 Kg di spinta. La prima forza aerea utilizzatrice di questo velivolo fu quella italiana, presso la quale l’MB.326 entrò in servizio (con 85 esemplari) nel febbraio 1962. All’A.M.I. seguirono ben presto le aeronautiche dell’Argentina, dell’Australia, della Bolivia, del Brasile, degli Emirati Arabi, del Ghana, del Sudafrica, del Togo, della Tunisia, dello Zaire e dello Zambia.

La cellula dell’MB.326 era in grado di sostenere sollecitazioni da +8 a -4 g, ciononostante nelle varie versioni prodotte successivamente si provvide ugualmente ad irrobustirne la struttura (MB.326GB) una volta montato il potente Viper 20 MK540 da 1.547 Kg di spinta.

Con questa nuova configurazione, di motore e di telaio, l’aereo era così in grado, come assaltatore leggero, di essere armato con un carico bellico doppio rispetto le precedenti versioni. L’esemplare in mostra al Parco Tematico dell’Aviazione è stato in forza al 51° Stormo di Istrana.

Lunghezza: 10,65 m
Apertura alare: 10,56 m
Altezza: 3,72 m
Superficie alare: 2 237 kg
Peso max al decollo: 3 765 kg
Propulsione
Motore: 1 turbogetto
Armstrong Siddeley
Viper Mk 11
Spinta: 11,1 kN
Prestazioni
Velocità max: 0,75 Ma
(806 km/h in quota)
Velocità di salita: 22,3 m/s
Autonomia: 1 300 km
Tangenza: 12 500 m
Armamento:
Mitragliatrici 2 M2 Browning da 12,7 mm
Piloni: 6 sub-alari
Note dati relativi alla versione:
MB-326E